domenica 6 gennaio 2013

IL MONTEPULCIANO, vitigno forte e gentile come la sua terra d'Abruzzo

Ho voluto scrivere questa descrizione, che solo in parte è tratta da svariatii testi e siti dedicati al vino, per sanare le numerose inesattezze che si riscontrano in analoghe descrizioni che si trovano nel web, è sconcertante che non sia riuscito a trovare una sola descrizione davvero realistica del vitigno!
Questa che vi sottopongo credo sia abbastanza completa e veritiera, tanto da rendere giustizia al nostro caro Montepulciano.
Mi aspetto da tutti voi  integrazioni,  precisazioni e suggerimenti per rendere la descrizione il più possibile aderente alla realtà del vitigno e farla diventare uno standard condiviso da tutti gli operatori del settore.

Un grappolo di uva Montepulciano

E' uno dei principali vitigni italiani infatti è il quarto più coltivato in Italia, il Montepulciano è diffuso in Abruzzo (dove ricopre il 50% della superficie vitata), Marche, Molise e Puglia, ma anche in Umbria e  Lazio.
Con il Montepulciano si producono almeno quattro vini DOCG e numerosissimi DOC.
In molti, ancora oggi, confondono il vitigno Montepulciano con la cittadina di Montepulciano in Toscana, dove in realtà il Montepulciano non è impiantato.
Spesso utilizzato come uva da taglio per aumentare colore e corpo di altri vini (infatti è ricchissimo di antociani ed ha un'altissima carica polifenolica, restituendo grande quantità di estratti).

Il Montepulciano è un'uva a bacca rossa autoctona dell'Abruzzo di cui si hanno antichi riscontri storici. Plinio il Vecchio e Quinto Orazio Flacco definivano i vini da esso derivati come masticabili, pregiati ma raramente limpidi e spesso bisognosi di una filtrazione. Anche diversi documenti risalenti al 1700 ne parlano e ne documentano la presenza in queste regioni. Possiamo identificarne un ideale luogo di nascita nella cittadina di Torre de' Passeri in Abruzzo (ma alcuni studiosi indicano la sua culla nella Valle Peligna come risulta da uno scritto dello storico Michele Troia risalente al XVIII secolo ). Solo nel 1875 si documenta un'esatta descrizione ampelografica del Montepulciano differenziandolo inequivocabilmente e nettamente dal Sangiovese e, in particolare, dal Prugnolo Gentile (base del Vino Nobile di Montepulciano). Recentissimi studi fanno ritenere il Montepulciano legato ad antichissimi vitigni di origini greche.
I cloni di Montepulciano che si trovano oggi in commercio, come purtroppo accade anche per altri vitigni, danno un vino abbastanza diverso da quello che si poteva ottenere qualche decina di anni fa da vecchi vigneti, a causa degli interventi di laboratorio sulle barbatelle che tendono ad ottenere vini più morbidi e con maggiori sentori di frutta rossa.

Il vitigno non ha sinonimi, infatti nelle terre in cui si coltiva nessuno si sogna di chiamarlo in modo diverso da Montepulciano, ma su molti testi si trovano dei presunti sinonimi, evidentemente, nel passato, vinificatoti di regioni diverse da quelle di produzione hanno sentito l'esigenza di chiamare il Montepulciano con altri nomi per l'imbarazzo commerciale dovuto al taglio dei loro "famosi" vini con grossi quantitativi di mosto Montepulciano. 

Diamo un'occhiata alle caratteristiche ampelografiche: foglia media, pentagonale, quinquelobata. Presenta grappolo medio-basso, semiserrato, conico, molto spesso alato con 1-2 ali. L'acino è medio-piccolo, di forma sub-ovale, con buccia nero-violacea, pruinosa e consistente.
Germogliamento e fioritura medio-tardiva, invaiatura tardiva, maturazione tardiva. Vigoria media.
Generalmente troviamo le migliori espressioni di questo vitigno su terreni collinari argillosi con clima abbastanza caldo e asciutto. Il sistema di allevamento deve essere a media espansione e a potatura medio-corta. Presenta una produzione di media quantità ma costante. Poco resistente alla peronospora e all'oidio resiste invece bene alle gelate primaverili.

Vediamo ora quali sono le caratteristiche del vino ottenuto con quest'uva: un tempo era prodotto tenendo conto più della quantità che della qualità, ma ormai il Montepulciano è tornato alla ribalta grazie ai molti produttori che ne hanno esaltato gli immensi attributi. Potenza espressiva, tannini fitti e naturalmente morbidi, frutto rosso onnipresente, ampiezza olfattiva e grande forza alcolica sono i temi principali.
L'alto livello di alcool, tannini ed estratti conferisce al vino una potenzialità persino più grande di molti vitigni tradizionalmente più blasonati, infatti ne nascono grandi vini gradevoli al palato e di lunghissimo invecchiamento capaci di porsi ad alto livello nello scenario enologico nazionale ed internazionale.
Il colore è generalmente un rubino profondo con riflessi violacei, tende al granato dopo lungo invecchiamento.
L'olfatto è caratterizzato da sentori di ciliegia, prugna, cannella, noce moscata, pepe nero, liquirizia, mandorla amara leggermente tostata... con le dovute differenze in base all'affinamento ed alle tecnologie di produzione di ogni vino.
In bocca lo identificano la potenza, l'amarena, i frutti di bosco, le confetture di frutta rossa, la prugna appassita, le spezie, il tabacco, il cuoio ed il finale è generalmente molto vigoroso.

Se ne ottengono vini rossi di immediata commercializzazione e vini importanti, adatti al lungo invecchiamento.

Di grande importanza è la versione vinificata in bianco: il Cerasuolo, che è una DOC di rosato (la prima DOC di rosato d'Italia ed in assoluto il vino rosè più premiata al mondo).

Si cominciano a trovare ottime bottiglie di Montepulciano nella tipologia Passito e qualche azienda inizia ad usare il Montepulciano vinificato in bianco per realizzare alcune interessanti cuvee di Metodo Classico.

A causa delle diverse tipologie e delle diverse filosofie produttive può essere abbinato a molteplici piatti. Primi di pesce, zuppe e brodetti di pesce, pesci al forno e alla griglia nella versione Cerasuolo; primi piatti strutturati, panzerotti, le minestre asciutte, legumi, salumi per i vini più semplici, fino alla cacciagione, il pecorino stagionato, e formaggi importanti per le versioni più ambiziose, oltre agli abbinamenti tipici della tipologia con la versione Passito.

Di seguito le principali denominazioni (aggiornate al 2011) in cui il vitigno è presente in purezza o in uvaggio (è indicata la percentuale di Montepulciano impiegata). Non si è tenuto conto delle innumerevoli denominazioni in cui può comparire in percentuali minime fino al 15-20% come "uva a bacca rossa consentita o raccomandata" in determinate regioni.

- Abruzzo
Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane DOCG 90-100%  
Montepulciano d'Abruzzo - Doc - 85-100% 
Montepulciano d'Abruzzo Cerasuolo - Doc - 85-100% 
Controguerra Rosso - Doc - 60-100% 
Tullum (Rosso, Riserva, Passito e Novello) - Doc - 90-100%
Abruzzo Rosso Doc 80-100% 

- Marche
Conero Rosso DOCG - 85-100%
Rosso Piceno - Doc - 35-70% 
Colli Maceratesi - Doc - 0-50% 
Esino Rosso - Doc - 60-100% 
Offida Rosso - Doc - 50-100% 

- Umbria
Torgiano Rosso DOCG - 0-30%
Colli Amerini Rosso e Rosato - Doc - 0-35% 
Colli Perugini - Doc - 0-35% 
Lago di Corbara - Doc - 0-30% 
Rosso Orvietano - Doc - 70-100%

- Puglia
Castel del Monte Rosso Riserva DOCG - 35-100%
Cacc'e Mmitte di Lucera - Doc - 0-35% 
Gioia del Colle Rosso - Doc - 40-50% 
Leverano Rosso e Rosato - Doc - 0-40% 
Lizzano Rosso e Rosato - Doc - 0-40% 
San Severo Rosso e Rosato - Doc - 70-100% 

- Lazio
Castelli Romani Rosso- Doc - 85-100% 
Cerveteri Rosso - Doc - 25-60%
Colli della Sabina Rosso - Doc - 15-40% 
Colli Etruschi Viterbesi Rosso - Doc - 20-45% 
Cori Rosso - Doc - 40-60% 
Tarquinia Rosso - Doc - 60-100% 
Velletri Rosso - Doc - 30-40% 

- Molise
Biferno Rosso e Rosato - Doc - 60-70% 
Molise Rosso - Doc - 85-100% 
Pentro di Isernia Rosso - Doc - 45-55% 

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